Il piano Transizione 5.0 è un incentivo, sotto forma del credito d’imposta, per le imprese che investano in progetti innovativi che comportano una riduzione dei consumi energetici.

Le spese trainanti sono quelle relative agli investimenti appartenenti all’Industria 4.0 che consentono di ottenere una riduzione dei consumi energetici. Il beneficio fiscale è infatti direttamente legato al risparmio energetico realizzato (almeno del 3%) a livello di struttura produttiva, oppure al risparmio energetico sul singolo processo (almeno del 5%) grazie ai beni strumentali materiali e immateriali 4.0.
Sono inoltre agevolabili, come investimenti trainati, gli investimenti finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo e formazione.


Il piano Transizione 5.0, contenuto nel più ampio e ambizioso piano RePower EU, rappresenta probabilmente uno dei più interessante interessanti incentivi per le piccole e medie imprese italiane che vogliono investire in tecnologia e sostenibilità. Il piano Transizione 5.0, che si svilupperà durante il biennio 2024-2025, prevede un ammontare complessivo di risorse di 6,3 miliardi indirizzate su tre diverse tipologie di intervento che dovranno produrre risultati misurabili in termini di efficientamento energetico:

  1. nuovi beni strumentali materiali o immateriali 4.0,
  2. nuovi beni necessari per l'autoproduzione e l'autoconsumo da fonti rinnovabili (escludendo le biomasse),
  3. spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

L’incentivo è fruibile da tutte le imprese, indipendentemente dalla forma, dalle dimensioni e dal settore di appartenenza. L’agevolazione della Transizione 5.0 è sotto forma di credito d’imposta con percentuali diverse in base all’ammontare complessivo dell’investimento e la percentuale di risparmio energetico realizzata con aliquota fino al 45%.


L’aliquota del credito d’imposta sul totale dell’investimento è correlato all’efficientamento raggiunto con un meccanismo premiante le imprese che riescono a conseguire una riduzione più significativa dei consumi energetici. Il credito d’imposta Piano Transizione 5.0 prevede infatti tre fasce di agevolazione:

  • riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% a livello di stabilimento o del 5% per singolo processo produttivo:
    • 35% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • 15% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
    • 5% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro per anno.
  • riduzione dei consumi energetici al 6% a livello di stabilimento o al 10% per processo:
    • 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
    • 10% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro per anno.

  • riduzioni dei consumi oltre il 10% a livello di stabilimento o il 15% per processo:
    • 45% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • 25% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
    • 15% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro per anno.


Il tetto massimo di spese agevolabili è fissato a 50 milioni di euro annui per ciascuna impresa. Inoltre, sono previste maggiorazioni per le spese di certificazione sostenute dalle PMI (fino a 10.000 euro) e per quelle di revisione contabile (5.000 euro).


Il Piano Transizione 5.0 mette a disposizione risorse per stimolare la combinazione di digitalizzazione sostenibilità nella direzione giusta per rafforzare la competitività delle imprese italiane. Partendo da questo presupposto il progetto di investimento deve essere sostenuto attraverso l’acquisto di uno o più beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B che permettano complessivamente una riduzione dei consumi energetici:

  • acquisto di nuovi beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del piano Transizione 4.0;
  • gli stessi beni dovranno essere inseriti in un progetto di innovazione che sia in grado di portare ad una riduzione dei consumi energetici (pari al 3% dei consumi energetici totali o al 5% dei consumi del "processo target" dell'intervento di miglioramento).

Solo se verranno rispettati questi presupposti, potranno essere agevolabili anche gli interventi cosiddetti trainati:

  1. beni materiali nuovi strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo (fotovoltaico, termico, eolico, batterie, pompe di calore) – biomasse escluse – compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta e gli impianti di produzione di energia termica, con elettrificazione dei consumi termici;
  2. spese per la formazione del personale finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi entro e non oltre il limite del 10% degli investimenti in beni strumentali e beni destinati all’autoproduzione di energia rinnovabile e, comunque, entro l’importo di 300.000 euro.


E’ bene tenere presente che i beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili non possono essere presi in considerazione ai fini del calcolo della riduzione dei consumi energetici.


Il piano di Transizione 5.0 richiede alle imprese, che desiderano sfruttare questa opportunità per realizzare nuovi investimenti di innovazione e digitalizzazione e di riduzione dei consumi energetici, una progettualità supportata da un riscontro tecnico per definire le principali variabili che andranno a determinare l’intero progetto di investimento. La gestione tecnica dell’agevolazione è stata infatti affidata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che valuterà le richieste in base a due documentazioni che l’imprese dovranno presentare:

  1. Certificazione ex-ante necessaria la prenotazione: attesta l’ammissibilità dei criteri relativi alla riduzione del consumo energetico totale conseguibili tramite gli investimenti nei beni strumentali materiali ed immateriali 4.0;
  2. Certificazione post-ante necessaria per l’utilizzo del credito: attesta l’effettiva realizzazione degli investimenti e la conformità con quanto disposto inizialmente ed indicato nella prima certificazione e l’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.


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